Durante l’isolamento quarantenario obbligatorio causato dal covid-19, il cibo rappresenta una vera e propria via di fuga per le nostre emozioni, attraverso il quale si ottiene piacere in un contesto di forte ansia che altera in modi diversi le nostri comportamenti alimentari. In un momento in cui l‘ansia e lo stress dominano la nostra vita, il cibo agisce come valvola di sfogo, non bisogna però perdere di vista l’importanza di mantenere una dieta sana ed equilibrata, facendo attenzione all’apporto di vitamine, proteine e sali minerali di cui il nostro organismo ha bisogno. D’altronde, si è notato che in queste settimane di isolamento a casa è aumentato il consumo di tutti quegli alimenti poco sani, ma che hanno il potere di canalizzare le nostre emozioni.
I principali comportamenti alimentari nelle ultime settimane
Grazie agli insegnamenti della psicologia delle emozioni e delle scienze della nutrizione sappiamo che quando siamo sotto pressione o in preda all’ansia modifichiamo senza accorgercene le nostre abitudini alimentari sia in positivo che in negativo. Per non pensare a ciò che sta accadendo, la nostra psiche ci porta a mettere in atto dei comportamenti inusualiche in situazioni normali non avremmo mai compiuto.
Si punta maggiormente su alimenti che generano benessere psicofisico allo scopo di silenziare le emozioni negative. In generale, gli alimenti che possono portare all’incremento della serotonina (in grado di regolare i nostri stati d’animo) e della dopamina (neurotrasmettitore del piacere), regolano entrambi l’appetito e hanno un effetto di breve durata sul cervello con un picco e una brusca discesa. Più che saziare, creano dipendenza e ci costringono a mangiare con più frequenza prodotti poco nutrienti e per niente salutari. Conseguentemente, in persone che hanno già un disturbo alimentare, si potrebbero esacerbare i comportamenti a rischio precedentemente messi in atto.
Durante questa esperienza pandemica comune, le situazioni di stress e di angoscia aumento a dismisura portandoci inevitabilmente a mettere in atto comportamenti alimentari disordinati. Nelle ultime settimane risulta frequente l’acquisto di prodotti quali: snack, alcolici e frutta secca necessari durante le nostre ore in modalità smart-working oppure davanti alla tv.
Le vecchie ricette di famiglia
Per tenerci impegnati ed evitare di farci sopraffare dall’ansia, abbiamo rispolverato vecchie ricette di famiglia chiuse nei meandri delle nostre case. Questo rappresenta un modo per riscattare emozioni e ricordi, per rendere più sopportabile l’attesa attraverso un’attività rilassante come cucinare. Uno dei prodotti più richiesti al supermercato è stato il lievito di birra, fino ad esaurire le scorte, infatti passiamo intere giornate in casa dilettandoci nella preparazione di dolci e lievitati di ogni tipo. Preparare una ricetta è una fonte di piacere, è l’attività in sé a rilassare e motivare. Lavorare con le mani è sempre una catarsi per il cervello.
Connessi con il mondo attraverso i social
Esiste anche un altro tipo di piacere: ottenere un “mi piace” sui social, così le soddisfazioni arrivano da tutte le parti: dai nostri familiari che gustano il cibo e da chi, da lontano, vede l’immagine. Cerchiamo di rimanere connessi attraverso la tecnologia, che è diventato l’unico canale che permettere di sentirci vicini, amati, visti e in relazione con il mondo, che oggi sembra essere molto distante da noi.
Tutti abbiamo un modo per scaricare l’ansia, c’è chi balla, chi canta, chi urla, chi piange e chi cucina. Questo comportamento è salutare fin quando non diventa l’unica via di sfogo, altrimenti ci troveremo ad avere a che fare con un altro comportamento diffuso: l’iperattività, che potrebbe anche portare a irrequietezza, disattenzione e impulsività.
In conclusione cerchiamo di evitare il più possibile di cadere in comportamenti negativi per la nostra salute, come il consumo eccessivo di alcool e di quegli alimenti che contengono più calorie che nutrienti.
È il momento di prenderci ancora più cura di noi stessi sia da un punto di vista fisico che psicologico.
Dott.ssa Alessandra Messina